Ero appena arrivata nella nuova casa. Niente di che, una mansardina, ma delle dimensioni giuste per vivere decorosamente. Avevo portato su l’ultimo pacco, 4 piani a piedi sono faticosi, figuriamoci portando dei pesi. E poi ore ed ore a pulire, sistemare… non vedevo l’ora di godermi la prima notte nel mio nuovo letto, non perché fossi stanca, noooo, ma… così… giusto per capire se fosse comodo abbastanza per recuperare le energie.
Pensavo: Ah, finalmente non avrò più animali tra i piedi! Lì, nella vecchia casa stavo bene, la camera era gradevole, arredata con gusto, bei colori, ma… il gatto, il gatto si infilava ovunque, era capriccioso sulla scelta dei croccantini, seminava il caos in tutta la cucina, di notte venivo svegliata ora da un tonfo, ora da un crash, ora da un bongbumbudubuuum, e magari al mattino, nel momento più delicato di tutta la giornata, quello dall’oro in bocca, quello in cui la parola è d’argento e il silenzio è d’oro, quello in cui l’unico pensiero è caffècaffècaffè, l’unico odore che vuoi sentire è quello del caffècaffècaffè… insomma, al mattino ero costretta a rimettere ordine, capire da dove fossero uscite quelle pentole, che ci facessero sul pavimento, e poi raccogliere l’acqua della ciotola versata a terra, i croccantini sparsi ovunque, a sentire il miagolio desideroso di coccole… ed io: aaaaaaaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhh!!!!!!! sgrunt e arcisgrunt anch’io vorrei le coccole al mattino, ma non mi metto a miagolare fino allo sfinimento!!
Era stato così tutti i giorni. Ma ora nella casa nuova… niente animali!!!! Aaaa!
Ero sul mio lettuccio, guardavo il soffitto, meditavo sull’indomani, su quello che avrei fatto, quando ho sentito un … rumore… ma piccolo piccolo… provenire dal balcone. Poi vedevo un’ombra muoversi… avevo lasciato la veneziana alzata… Panicoooo!!! Noooo, ditemi che sto sognando, ditemi che non è vero!!!
Mi sono alzata, ho scostato la tenda… ed era lì, immobile, a fissarmi… un gatto enorme che sembrava una lince!!! Il gattone della vicina!!! Quello stesso gatto che era stato condannato al confino nel balcone della sua proprietaria durante un’assemblea condominiale, quel gatto era evaso! Sì, evaso! Quella sua amorevole proprietaria aveva creato un varco nella rete che l’amministratore di condominio le aveva fatto montare per circondare il balcone, proprio per permettergli di andare a spasso a sgranchirsi le zampe sul tetto. A quel gatto! Che mi fissava occupando uno spazio che era mio, il MIO balcone, lasciando peli e… bleah… i suoi escrementi NEL MIO BALCONE!!! IO LO AMMAZZO. Sì, era un’idea, avrei voluto strozzare quella stupida lince zozzona e selvatica travestita da amichevole gatto che nottetempo girava sul tetto e visitava tutti i balconi delle mansarde. Ed io che pensavo che avessero un che di romantico i gatti sui tetti di notte. Sgrunt!
E così il mattino seguente ho invitato la mia vicina a rispettare le regole condominiali. Lei ha accettato sebbene fosse sconvolta per il suo micetto buono, piccolo piccolo (PICCOLO???) picci picci devi stare qui in casa tesoro ma miaaaaooooo ci cicci frrrr ciciccì miiiiaaaaaooo (ssssssì, forse era meglio parlare direttamente con la belva).
Adesso, però, ogni volta che sono sul balcone, il gatto mi spia dal suo, mi fissa da dietro la rete, dalla sua prigione mi guarda in CAGNESCO!! Lo so, è assurdo che un gatto guardi in cagnesco, ma lui lo fa! Credetemi! E so anche che medita un nuovo progetto di evasione e questa volta, quando sarà libero, verrà per vendicarsi e mi ucciderà!
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