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aspettando


Dondolano le gambe al di là della ringhiera,

ciondolano speranze al di là dell’orizzonte.

Rincorrono il sole oltre la linea del tramonto, giù, seguono i suoi raggi, aspettando la notte i miei pensieri. L’alba me li restituirà puliti

domani.

(OSoleMia, 2003)

evoluzioni cromatiche

Il lento scivolare di un colore nell’altro

non mescendosi a caso

ma affidandosi alla sapienza del Cielo

e la Terra

che si lascia accarezzare

da questi scampoli di luce

mi incantano,

mi placano,

sopendono il tempo

che, d’un tratto,

cessa la sua corsa

e mi regala un’emozione.

E il tremulo fremito

di una candela accesa alla finestra

accompagna i miei occhi a seguire

le evoluzioni cromatiche di un tramonto.

(OSoleMia, 10 settembre 2005)

Milano, foto di CsMicky

Today I feel so “emotional”

EMOZIONI

Ricordi

d’un sogno estivo,

d’una corsa

ad afferrar

le stelle.

Del primo pianto.

Di antichi sapori del borgo.

Di baci rubati.

Goccia

d’un profumo intenso.

Di pioggia fresca

sulla pelle.

Nomi

urlati al vento,

spinti

dallo zefiro ansante.

Viaggio

nel sole d’agosto

verso un mondo lontano.

Fiori

di amori segreti.

Da giovani amanti

per giovani spose.

Eco

di suoni.

Di passi.

Di risposte.

Profumi

di speranze.

Di paure.

Di tradimenti.

Di nuove promesse.

…emozioni…

(OSoleMia, 30 marzo 2000)

le cose tra le dita

Attento a non lasciarti scivolare nulla tra le dita.

Coltiva l’amore e i sogni e il futuro.

Non lasciarti scivolare la sabbia del tuo tempo migliore.

Non chiedere l’oblio degli attimi di penombra

e non pretendere la serenità

se non hai braccia forti abbastanza per tenerla stretta al petto,

se la lasci sfiorire.

Ascolta,

porgi l’orecchio all’assenza di suoni.

Se non riesci a contenere il Silenzio

non riesci a comprendere.

Attento a non lasciarti scivolare tra le dita le cose più importanti,

quelle libere di volare alto, quelle che hanno minor consistenza e nulla materialità,

eppure le cose che danno senso

alle cose che invece han forma, colore e

peso che le inchioda alla terra.

(OSoleMia, 2002)

Di sogni e di felicità

Di altro non so parlare, di altro non posso dire. Anche nei giorni di stanchezza e di stress, anche quando, a causa del caldo, potrei adibire la mia camera a sauna (nonostante l’ardua impresa del montaggio del ventilatore qualche tempo fa), anche quando vedo una vespa entrare in stanza e mi viene un attacco fobico che induce la mia coinquilina ad armarsi fino ai denti per liberarmi della presenza che mi causa il nocumento psicologico (perché quello fisico lo creiamo a lei, alla vespa, tié!!!), anche quando ho finito il gelato e non ho la forza di andare a comprarlo e tranne nei casi in cui in casa manca il caffé, ecco, io penso ai miei sogni e alla felicità… non solo ci penso, ma mi sento più sognatrice del solito e forse anche più felice.  Da tempo mi sento come sospesa o, forse, semplicemente non vedo più la differenza tra il cielo e la terra, da tempo sembra che nell’aria ci sia qualcosa di strano, un movimento tattico degli elettroni nello spazio che spinge la ruota del destino in una direzione che non mi dispiace affatto. Nonostante dubbi e perplessità che la mia amica assorbe e poi mi rilancia come freccette che arrivano al bersaglio, fanno centro e mi fanno riacquistare fiducia, nonostante i comuni pericoli quotidiani, nonostante la proprietaria di casa e la straordinaria amministrazione di faccende che non mi competono, riesco ancora a stare in equilibrio. Sarà il destino che mi aiuta, che mi sorregge, forse una mano invisibile mi sostiene… o forse, più semplicemente, legami che spesso ho rifiutato o di cui ho negato la piacevolezza (forse temendola un po’), ora sono una possibile corda su una scalata ripida … così non è la salita ad essere meno pericolosa, non è ciò che è fuori di me che è cambiato, non è il cielo che si è fuso con la terra, ma è quello che è dentro di me che si sta trasformando. E forse imparo ad accettare il rischio, a valutarlo, a metterlo in conto, a immaginare come ammortizzarlo senza per questo precludermi delle possibilità di vita che, se scelte e ben vissute, non possono che dare slancio anche alla routine, al quotidiano, trampolino per i giorni a venire. Così ogni giorno mi sembra diverso dall’altro e faccio di tutto, seppur suffragata da una buona dose di fortuna (che non guasta mai), perché domani sia migliore di oggi, perché il mio tempo preferito sia sempre il futuro, vivendo a pieno il presente. Se ami l’oggi, il domani ti ricambierà con la stessa passione. Credo.

E dopo questa ennesima scoperta della warm water di cui questo blog è costellato, penso che mi preparerò un buon caffé che in fondo, come ho scritto sopra, è la conditio sine qua non perché possa godermi la felicità o, se non altro, svegliarmi bene per poterne notare la presenza 😉   .

sogni di un musicista errante

Si trastulla nella malinconia

la dolce musica che quella pace

solfeggia alle sue orecchie.

Allora

i sogni bisbigliano il desiderio di prendere vita

e

finalmente

le stelle diventano il suo percorso fino alla Luna,

i pianeti le pietre miliari,

il Sole la sua lanterna,

le nuvole la sua orchestra.

(OSoleMia, novembre 2005)

concavità

Vorrei donarti ogni notte

uno spicchio di luna

un’amaca lucente

e cullarti

versare

nelle concave mani

lacrime distillate dal pianto

per inzupparci le stelle.

Osolemia, 19 agosto 2001

Le notti d’estate

Le notti d’estate sono tali ovunque. Sono tali per la spensieratezza, per il “friccichìo della luna”, per la leggerezza degli abiti e dei passi di chi li indossa.

Sono magiche nei ruoli degli uomini che guardano le donne così solari e profumate, così fresche e delicate e che si perdono nei loro sorrisi e nelle loro mani… e disegnano intrecci di sguardi e gli occhi si aprono alla luce delle stelle. Come sono belli gli uomini e le donne in estate!

Le notti d’estate hanno l’allegria dell’infanzia, sono acquerellate con tratti giocosi, ebbre di sogni e meraviglia.

E sono così, sono uno stato mentale. Che tu sia seduto su una panchina al belvedere, in riva al lago, intorno ad un falò, col naso in aria ad aspettare un artificio di fuoco, in un caffé a sorseggiare l’espressino notturno, a rinfrescarsi con una granita sul lungotevere, in balcone a tessere chiacchiere sincere e generose con un’amica di cuore, con gli occhi al cielo a desiderare una stella cadente, una meteora che forza l’orbita che la Fisica le impone per regalare un emozione.

sogno estivo

estate 1998 – Ricordo di Nizza

SOGNO ESTIVO

Al pianto più mesto

rispose l’eco del vento

con parole più nuove

e pensieri più veri.

E durante il cammino,

tra gli alberi in fiore,

le sussurrò qualcosa,

le parlò d’amore.

Il sorriso più antico

lo ricordò solo allora

tra gemme di pianto

e fior di cristallo.

E sulle ciglia nere

si posò la sabbia

all’abbraccio del mare

nella notte più fonda.

Il suo respiro nel vento

rimase lo stesso

tra ricordi di fiabe

e disegni di boschi

Le tese la mano,

la strinse nel buio,

volò tra le onde

nel mare stellato.

Sembrò solo un sogno (e forse lo fu)

durò come il lampo: non c’era già più.

(osolemia, estate 1998, Nizza)

terra

Svégliati al tramonto

per godere della notte.

Occhi che brillano nel buio

ci invitano a danzare

a piedi nudi

sulla terra brulla.

E tra le dita

non sento più calli

ma, leggera, calpesto

l’umida zolla.

Svégliati a notte fonda

e semina gioia al tuo passaggio.

Le stelle veglieranno

sulle nostre case.

Ma noi torniamo alla terra

che, materna,

ci accoglie.

Svégliati quando tutti dormono

e nessuno può disturbare

il tuo girotondo,

i tuoi giochi

su una giostra di profumi e ricordi.

Non senti il richiamo della terra?

Non senti con quanto amore

ti invita a posare i tuoi piedi nudi

sulle sue pietre, sulle sue spighe,

sopra i suoi campi?

(osolemia, 19 agosto 2001)


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