Ciao!
Ciao. Ma tu hai la macchina?
La macchina? No, non ce l’ho.
Come nooooo?
embé? ma che vuole questa, ci conosciamo da cinque minuti…
Ma se non hai la macchina come facciamo?
Facciamo cosa? Ma chi ti conosce?
Allora dico a mio padre che entro un mese mi deve comprare la macchina! (ecco, manco due ore che è a Roma e già è isterica… ma chi me l’ha mannata questa!!!) Io come faccio? io ho bisogno!! io non posso vivere senza la macchina e la mia indipendenza (vabbé…), ma capisci che tragggedia? (no, onestamente non capisco, me la sono cavata benissimo senza la macchina). No, guarda non puoi capire (e infatti proprio questo pensavo), io non posso, proprio non posso vivere senza la discoteca!!! (Bene, quale presentazione migliore e più sintetica di questa?)
Va bene, ma sei appena arrivata! Come ti trovi nella stanza nuova? Come va?
Eh, come va… bene, ma che sono stanca!!
E perché?
E perché… cioé… ho visto l’orario delle lezioni… ma che sono pazzi qua! cioé… tutte quelle ore di matematica… cioè ma sono pazzi!
Ma che orari hai?
Tutti i giorni pieni!
La mia espressione è “un po’ così”, come dire: A’ Cosa!? Sei all’università, mica a Gardaland? E allora continua spiegandomi i suoi GRAAAAAAAANDI impegni.
Cioé! Che sono pazzi! (aridaje) Allora, il lunedì e il venerdì solo non ho mai lezione! (e ti lamenti pure? my god…) poi sempre! capisci? fino alle sette la sera!!!
Mah, sentendo la mia coinquilina preda delle lamentazioni di Geremia mi stavo quasi commuovendo, ma essendoci passata per l’università (ed anche restata per un po’, la stessa che ho frequentato io, con la differenza che il suo piano di studi, essendosi iscritta a un corso di laurea triennale, è leggermente meno… intenso… del mio. Ma, no problem per me, sono scelte) mi sono autoconcessa il beneficio del dubbio. Dunque la Lamentosa si alza con calma alle 10. Entra in bagno e ne esce circa 2 ore e mezza dopo (uguale a come è entrata, con la differenza che il bagno di un autrogrill è più ordinato e pulito, mentre il nostro non è più praticabile… ma “che sono troppo stanca… e dopo metto in ordine” e quel “dopo” configura un futuro indeterminato e per evitare l’esplosione di un viscere cavo situato nel basso ventre e fare plin-plin devo prima un attimino pulire, ché anche una scimmia non ammaestrata si rifiuterebbe di entrare in quel bagno). Va in cucina, blatera che non sa fare il caffé senza il dosa-caffé (no? è INDISPENSABILE per fare il caffé, e pensare che io – che idiota – lo faccio da anni solo servendomi di moka, acqua, un cucchiaino e il caffé macinato) e spera, guardandomi e sbattendo le ciglia (a’ bella!!!) che glielo prepari io (che però non ho mai avuto intenzione di gestire un bar, quindi… ciccia!). Così a mezzogiorno e mezza è ancora indecisa sulla colazione. Si prepara un po’ di latte, biscotti e nutella, poi ritorna in bagno per un’altra mezz’ora, nel frattempo mette su musica a tutto volume che fa concorrenza alle migliori discoteche del continente, poi ritorna in cucina e prepara il pranzo (prepara… brucia pentole e sofficini… inutili le mie spiegazioni sulla preparazione… ma d’altronde come può sentirmi in mezzo al casino del tum-tum-tum della discoteca in casa?). Ovviamente è sempre attaccata al cellulare, ci urla dentro, forse non sa che le cornette sono state inventate apposta perché se devi parlare con una persona che sta a diversi chilometri da te non devi consumarti le corde vocali né causare sordità in chi ha la sfortuna di condividere con te l’appartamento. Mangia, si lamenta, si chiede come mai ha sempre mal di gola (e pensando alle sue conversazioni telefoniche io una spiegazione ce l’ho e mi vien da ridere a crepapelle), è stanca, ha fatto troppo quella mattina, poi ritorna in bagno e ci sta fino alle 15.30 circa, ora in cui esce per andare all’università. Che bello, penso, ora avrò un po’ di pace fino alle 19! No? Non aveva detto che le lezioni duravano tanto e la stremavano?
Ma de che? Alle 17.30 è già a casa. Urla come una pazza isterica che è in ritardo, perché deve uscire, deve andare in un locale, ma lei non è mai uscita di casa senza le ascelle depilate (e vabbé, ma a me che me frega, c’è bisogno che lo urli come se stesse per cascare il mondo?), che non sa che scarpe mettere, che non ha nulla di nero adatto alla serata, che la minigonna non è abbastanza mini, che quella maglietta è scollata ma non troppo, che altrimenti poi le amiche non la invidiano per la scollatura, che tanto la invidieranno comunque perché tutti ci provano con lei, ma lei cerca l’amore della sua vita, cerca la persona giusta, però ieri ha incontrato un tizio a una festa, era ubriaco e dopo aver vomitato insieme (che schifezza… l’amore ai tempi del conato…) lui l’ha baciata (bleahhhhh) e allora lei ora si chiede se questo è amore o una botta e via (eh? ma questa cosa si commenta da sola, scusate), intanto è in ritardo, lei è sempre in ritardo! Ma non è colpa sua, è colpa delle amiche che le hanno comunicato della serata solo alle 17.30 e l’appuntamento è (udite udite) alle 20.30! Per tre ore tre, ho assistito a una scena come poche, se avessi avuto un fucile le avrei sparato per non farla soffrire più!
Finalmente esce. Ovviamente torna al mattino, ubriaca, persa, inutile essere disturbatrice del mio sonno!!! Sgrunt!!!
La mattina ride, pare contenta, ma è stanca, poverina (invece io no, che stupida, che stavo in casa a studiare come una matta e a fare le ore piccole sulla tesi…), intanto il pavimento è disseminato della qualsiasi, anche gomme da masticare sparse dappertutto. Si lamenta, si lamenta anche che non l’ascolto (e ma vedi di andartene al diavolo, che sono presa da studio e lavoro, e devo trattenermi dallo sbranarti altro che ascoltarti…), sporca, brucia i sofficini e la pentola, si fuma il pacchetto di sigarette in una mattina, mette la musica a palla, mangia, si trucca e si stucca (19 anni hai, ma che stucchi piccola idiota? Tre dita di intonaco e ancora puzzi di latte!), mi parla da donna vissuta cercando di insegnarmi a vivere e intanto lascia accesa la piastra per i capelli poggiata su un supporto in plastica che ovviamente si squaglia rilasciando fumi tossici, poi dimentica il gas aperto, poi usa la lavatrice (comune, vorrei precisare) come cestino per i suoi panni (e non li lava, e non li lava!!) poi litiga con le scarpe, poi finalmente esce e… la serata si chiude sempre al solito modo.
In questi due mesi ho lavorato sodo, non ho le energie per comprendere, non ho la voglia di “aiutare” chi non vedeva l’ora di venire a Roma per fare i propri comodi tanto paga Pantalone (e paga caro, ché in un mese e mezzo già le hanno bloccato ben due carte per aver sforato la soglia massima di spesa mensile… ma dopotutto se una non si accontenta del televisore specie “comune”, ma assolutamente non può vivere senza il televisore al plasma… parole sue… e infatti l’ha acquistato veramente), ma in fondo non ho neanche la forza e la volontà di emettere sentenze sulla vita altrui, ché ancora devo capire la mia. Non ho la presunzione di insegnare agli altri come si vive, che devo ancora impararlo io.
Ma solo una è la cosa che mi interessa. Una è la cosa che mi consola e che mi fa bene, ma tanto bene alla mente e al cuore.
TRA POCHI GIORNI TRASLOCO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
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