Posts Tagged 'felicità'

Di sogni e di felicità

Di altro non so parlare, di altro non posso dire. Anche nei giorni di stanchezza e di stress, anche quando, a causa del caldo, potrei adibire la mia camera a sauna (nonostante l’ardua impresa del montaggio del ventilatore qualche tempo fa), anche quando vedo una vespa entrare in stanza e mi viene un attacco fobico che induce la mia coinquilina ad armarsi fino ai denti per liberarmi della presenza che mi causa il nocumento psicologico (perché quello fisico lo creiamo a lei, alla vespa, tié!!!), anche quando ho finito il gelato e non ho la forza di andare a comprarlo e tranne nei casi in cui in casa manca il caffé, ecco, io penso ai miei sogni e alla felicità… non solo ci penso, ma mi sento più sognatrice del solito e forse anche più felice.  Da tempo mi sento come sospesa o, forse, semplicemente non vedo più la differenza tra il cielo e la terra, da tempo sembra che nell’aria ci sia qualcosa di strano, un movimento tattico degli elettroni nello spazio che spinge la ruota del destino in una direzione che non mi dispiace affatto. Nonostante dubbi e perplessità che la mia amica assorbe e poi mi rilancia come freccette che arrivano al bersaglio, fanno centro e mi fanno riacquistare fiducia, nonostante i comuni pericoli quotidiani, nonostante la proprietaria di casa e la straordinaria amministrazione di faccende che non mi competono, riesco ancora a stare in equilibrio. Sarà il destino che mi aiuta, che mi sorregge, forse una mano invisibile mi sostiene… o forse, più semplicemente, legami che spesso ho rifiutato o di cui ho negato la piacevolezza (forse temendola un po’), ora sono una possibile corda su una scalata ripida … così non è la salita ad essere meno pericolosa, non è ciò che è fuori di me che è cambiato, non è il cielo che si è fuso con la terra, ma è quello che è dentro di me che si sta trasformando. E forse imparo ad accettare il rischio, a valutarlo, a metterlo in conto, a immaginare come ammortizzarlo senza per questo precludermi delle possibilità di vita che, se scelte e ben vissute, non possono che dare slancio anche alla routine, al quotidiano, trampolino per i giorni a venire. Così ogni giorno mi sembra diverso dall’altro e faccio di tutto, seppur suffragata da una buona dose di fortuna (che non guasta mai), perché domani sia migliore di oggi, perché il mio tempo preferito sia sempre il futuro, vivendo a pieno il presente. Se ami l’oggi, il domani ti ricambierà con la stessa passione. Credo.

E dopo questa ennesima scoperta della warm water di cui questo blog è costellato, penso che mi preparerò un buon caffé che in fondo, come ho scritto sopra, è la conditio sine qua non perché possa godermi la felicità o, se non altro, svegliarmi bene per poterne notare la presenza 😉   .

concavità

Vorrei donarti ogni notte

uno spicchio di luna

un’amaca lucente

e cullarti

versare

nelle concave mani

lacrime distillate dal pianto

per inzupparci le stelle.

Osolemia, 19 agosto 2001

il materasso

Lo dice anche l’oroscopo. Devo riposare!

E infatti riposo… anche se son sveglia resto a godermi il letto…

come cantava qualcuno qualche anno fa…

Le notti d’estate

Le notti d’estate sono tali ovunque. Sono tali per la spensieratezza, per il “friccichìo della luna”, per la leggerezza degli abiti e dei passi di chi li indossa.

Sono magiche nei ruoli degli uomini che guardano le donne così solari e profumate, così fresche e delicate e che si perdono nei loro sorrisi e nelle loro mani… e disegnano intrecci di sguardi e gli occhi si aprono alla luce delle stelle. Come sono belli gli uomini e le donne in estate!

Le notti d’estate hanno l’allegria dell’infanzia, sono acquerellate con tratti giocosi, ebbre di sogni e meraviglia.

E sono così, sono uno stato mentale. Che tu sia seduto su una panchina al belvedere, in riva al lago, intorno ad un falò, col naso in aria ad aspettare un artificio di fuoco, in un caffé a sorseggiare l’espressino notturno, a rinfrescarsi con una granita sul lungotevere, in balcone a tessere chiacchiere sincere e generose con un’amica di cuore, con gli occhi al cielo a desiderare una stella cadente, una meteora che forza l’orbita che la Fisica le impone per regalare un emozione.

sogno estivo

estate 1998 – Ricordo di Nizza

SOGNO ESTIVO

Al pianto più mesto

rispose l’eco del vento

con parole più nuove

e pensieri più veri.

E durante il cammino,

tra gli alberi in fiore,

le sussurrò qualcosa,

le parlò d’amore.

Il sorriso più antico

lo ricordò solo allora

tra gemme di pianto

e fior di cristallo.

E sulle ciglia nere

si posò la sabbia

all’abbraccio del mare

nella notte più fonda.

Il suo respiro nel vento

rimase lo stesso

tra ricordi di fiabe

e disegni di boschi

Le tese la mano,

la strinse nel buio,

volò tra le onde

nel mare stellato.

Sembrò solo un sogno (e forse lo fu)

durò come il lampo: non c’era già più.

(osolemia, estate 1998, Nizza)

O Sole, O Sole mia…

Che bella cosa na jurnata ‘e sole,
N’aria serena doppo a na tempesta!
Pe’ ll’aria fresca pare giá na festa,
Che bella cosa na jurnata ‘e sole!

Me la cantava nell’orecchio, me la sussurava con tono dolce e allegro, ma per me era come se la stesse cantando a squarciagola. Davanti al mondo. Lo immaginavo con le braccia aperte, rivolto al sole che doveva invidiargli il suo sole privato. Ero io (e lo dico nascondendo il viso tra le mani… arrossendo un po’).

Ma lui me la cantava sottovoce, piano, piano, pecché o’ sapeva che per me l’imbarazzo era cosa privata, e l’emozione, quella che colora le gote e che fa brillare e luccicare gli occhi, quella che ferma le parole in gola prima che vane o inopportune rovinino la vita che pulsa in quel momento, quella che tutela il silenzio e lascia che siano, timidi, solo gli sguardi a svelare segreti gelosamente gelosamente nascosti… l’emozione dovevamo spartircela tutta solo noi due.

Mi prendeva la mano e cominciava a ballare sulle note che cantava. Poi io lo seguivo con i passi e con la voce. Poi mi interrompevo per sentire lui. Poi ridevamo. Sempre. Le note e le risa sullo stesso pentagramma.

Ballavamo con i piedi sulla Via Lattea, su Marte, su Giove, sul mare, sui prati, sulle cascate, in mezzo al vento, sotto le fronde dei salici. Ma forse i piedi nemmeno più li sentivamo, non sentivamo più di essere corpo, di avere un peso, di avere consistenza. Eravamo mille bolle di sapone, e poi altre mille, che scoppiavano solo quando erano troppo troppo in alto, ma bastava soffiare ancora un po’ sui nostri desideri, ed ecco ancora altre mille bolle di sapone. Ed altre mille.

Non c’era il tempo, non c’era lo spazio.

E ridevamo, ridevamo sempre. Ogni sorriso, un bacio. Ogni sguardo, diamanti purissimi si scioglievano a coprirci di luce. Avvolti in quel prezioso piacere privato, nostro soltanto soltanto nostro, con in testa le favole e l’allegria, la felicità era l’unica cosa che aveva davvero sostanza.

Ogni volta che riprendeva la mia mano, ritornavamo su questa giostra…

Ma n’atu sole
cchiù bello, oje né’,
‘o sole mio,
sta ‘nfronte a te…
‘O sole,
‘o sole mio,
sta ‘nfronte a te…
sta ‘nfronte a te!

la foto è di Rosantica


Balla che ti passa! ovvero c’è bisogno di più ballo nel mondo ;)

Oziosi bloggers dell’estate, se la domenica vi sta annoiando, se siete tristi, se non lo siete ma gironzolate per casa con la cannuccia in bocca per reidratarvi ma il tedio vi prosciuga ogni energia,

potete riacquistare ottimismo, buon umore e voglia di BALLARE semplicemente guardando questo video scovato da my sister Monick!!!

Geniale, stupendo, eccezionale!

Non trovate?

Le risposte del tempo

Riporto qui questi pensieri postati da me sul mio blog primordiale qualche mese fa… per dedicarli ora alla mia amica Rosantica.

Ritorna il tempo a consegnarmi a domicilio le sue risposte,

me le serve su un vassoio di cartone,

facili come la pizza da asporto.

Che ne faccio, ora, del biglietto per la Luna comprato per cercare lassù quelle risposte che mi sembravano così lontane e che invece sono tutte qui, nel palmo della mia mano? Nessuno mi rimborserà la corsa … ma ciò che conta è essermi resa conto dell’inutilità di quel viaggio prima di partire.

…Perché forse il segreto è restare.

Restare fedeli a se stessi.

Forse il segreto è conservare un sentimento giovane di speranza e, insieme, sviluppare un senso maturo di coscienza.

Le cose essenziali oggi mi soddisfano. La felicità è sempre più vicina di quanto pensiamo. Così vicina che a volte non la vediamo, il nostro sguardo è sempre proiettato troppo lontano.

Funambolismi con retrovisore

Ieri camminavo sulla corda sottile della felicità.

Un’ottimismo incauto mi rideva nel cuore e camminavo sulla fune senza rete di protezione (“Vola solo chi osa”…).

Ho fatto il mio percorso, sono arrivata all’altro capo della corda con passi leggeri e lenti (per godermi ciascun passo). Non ho pensato ai rischi di cadere da una tale altezza, perché stavo troppo bene lassù, sospesa a mezz’aria. Non mi voltavo a guardarmi indietro, eppure mi interessava assicurarmi che nulla stava cambiando, che le certezze rimanevano, rimanevano tali. Così usavo uno specchio, lo usavo come retrovisore. Così non perdevo tempo né equilibrio nel voltarmi, guardavo avanti e guardavo indietro ed ero padrona del tempo e dello spazio, di quel piccolo spazio tagliato dalla corda su cui avanzavo, di quel piccolo tempo teso lungo la fune che univa il prima e il poi. Nessun distacco dalle cose che sono state. Ci sono state e ci sono ancora. Anche al crepuscolo, anche nell’ora che chiude il cerchio degli eventi quotidiani, che mette fine ai rumori del giorno, per quanto io mi allontanassi dal sole (o mi pareva di allontanarmi), i suoi raggi mi colpivano ancora, e proiettavano in avanti l’ombra di un’equilibrista, proiettavano in avanti il futuro, i contorni di una speranza di felicità.

Arrivata all’altro capo della corda mi sono goduta il tramonto e la serenità dopo il percorso in equilibrio. La felicità per la padronanza di me, del tempo e dello spazio. La felicità nell’equilibrio tra il prima, il poi, l’oggi.

la felicità che c’è oggi mi basta

Perché sei felice?

Ho detto a un amico di essere felice e mi ha chiesto perché. La domanda mi ha sorpreso e non gli ho saputo rispondere. Nemmeno so definirla, la felicità! Oggi c’è, questo mi basta. Forse sono così intenta a godermela che non ho il tempo né la volontà di domandarmi perché c’è, cos’è, dov’è… C’è e non è legata a un evento in particolare, forse concorrono più fattori, non lo so… Se il mio amico non me l’avesse chiesto, nemmeno ci avrei pensato… ma poi … perché no?

“La felicità è una cosa troppo grande, nessuno riesce veramente a raggiungerla”.

Questo è quanto sostiene il mio amico, un autentico ottimista… Secondo me, invece, la verità è che pochi sanno riconoscerla perché è una cosa piccola, una cosa semplice. Non è la soddisfazione, non è l’amore, non è il potere, non è la vittoria … cose belle, ma presuppongono una lotta, una conquista e al tempo stesso subiscono il peso dell’ansia di perderle. La felicità no. Oggi c’è e questo mi basta. Davvero mi basta.


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