Archive for the 'Civil Mente' Category

In Italia ci son cose peggiori dell’H1N1…

…e non se ne parla abbastanza. Il solito ritornello “tutti lo sanno, ma nessuno apre bocca”, favorendo un sistema che mortifica e deprime le risorse intellettuali . Almeno quelle costrette a restare.

Click

Un Paese che non cresce, non cambia, non matura, è morto nella culla.

Compagni di viaggio

DRIIIIN – DRIIIIN – DRIIIIN

“Pronto! Che c’è? … CHE? EEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!! NOOOOO, non mi dire così!”

Avevo appena mandato un messaggio a un’amica per dire che questo viaggio, a differenza del precedente, procedeva tranquillamente, quando l’autista riceve una telefonata da un responsabile della ditta di trasporti e il pullman si ferma in una piazzola di sosta.

“No, ma non è possibile! Ma scusa, ma abbiamo contato due volte!!”.

“Che succede?”
“Qualcuno è rimasto appiedato all’autogrill”.

Il secondo autista ci ri-conta come pecorelle e si accorge, in effetti, che i conti non tornano. Quando eravano in partenza dall’autogrill un ragazzo è sceso e risalito ed è stato contato due volte.

DRIIIIIN – DRIIIIIN – DRRRRRRRRRRRRRRRRRRRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIINNNNNNNNNNNNN
“Pronto! E che ti devo dire… ma abbiamo avvisato con il microfono che la sosta durava 15 minuti… siamo stati lì 25 minuti, insomma… Che casino!!! …Lì, in quell’autogrill c’è il pullman della ditta R*****, fanno la nostra strada, quelli sono amici nostri, se la ragazza spiega la situazione, prende un passaggio e l’aspettiamo alla piazzola!”.

Noi passeggeri siamo senza parole, divisi, perché da un lato ciascuno di noi ha degli impegni a cui non vuol mancare, dall’altro lato ci mettiamo nei panni della persona rimasta là. Tuttavia questa persona pare si rifiuti (o si vergogni) di chiedere il “passaggio” all’autobus R***** che quindi riparte senza lei a bordo.

DRIIIIN – DRIIIIN

“Pronto! AH… ma perché non è salita su quel pullman? E mica le ho detto di fare l’autostop? E va bene, va bene, ora chiedo ai signori se sono d’accordo… Signori, ci sono problemi se torniamo indietro? Vi avverto che ci vorrà un’ora per tornare all’autogrill perché la prossima uscita è distante e la strada non è agevole”.

Noi passeggeri siamo confusi, fortunatamente (per la ragazza all’autogrill) nessuno ha coincidenze da prendere al volo, il ritardo può essere tollerato e così si acconsente al recupero di Alice nel paese delle meraviglie.

Durante il viaggio di salvataggio un signore comincia a fare delle considerazioni (con molta calma e pazienza) sul fatto che questo non è l’autobus della gita scolastica ma un mezzo pubblico al pari di un treno (dove nessuno si incarica di contare i passeggeri e assicurarsi che siano tutti a bordo). E se scendi a una stazione, ti perdi in chiacchiere e il treno riparte sono cavoli tuoi, non certo torna indietro a prenderti.

Arriviamo all’autogrill, la ragazza sale sull’autobus, dice che le dispiace. L’autista le biascica dietro un “Va bene, va bene, pensiamo alla salute”, poi riceve una telefonata da parte della mamma della ragazza che lo ringrazia accoratamente. “Signora, non mi deve ringraziare. Deve ringraziare il fatto che i signori viaggiatori hanno acconsentito a tornare indietro! Noi siamo responsabili di tutti, non solo di sua figlia, e se solo uno di loro mi avesse detto che aveva un aereo da prendere non avremmo potuto invertire la rotta e sua figlia sarebbe rimasta lì ad attendere per quattro ore l’arrivo della corsa successiva”.

Terminata la conversazione con la madre, l’autista si rivolge alla ragazza: “Su, vai a sederti al tuo posto… A proposito… Ma dove sei seduta?”. La ragazza indica il posto. “Ah… ma sei da sola o c’è qualcuno accanto a te?”. “C’è quella ragazza!”. Ci giriamo tutti per vedere in faccia chi, per distrazione e/o per egoismo, non ha pensato di avvertire gli autisti che la persona che era seduta accanto a lei non era presente al momento di ripartire dall’autogrill. Ci saremmo evitati il ritardo e lei una pessima figura.

MORALI DELLA FAVOLA:

1) Anche se i nostri compagni di viaggio non ci piacciono sono sempre persone. E noi siamo persone. E basta un po’ d’attenzione. E se magari siamo tentati di liberarci al più presto di loro, evitiamo di lasciarli all’autogrill perché poi, oltre alla salute psichica, perdiamo anche tempo. Tanto prima o poi il viaggio finisce! E ognuno per la sua strada.

2) Ci vuole fortuna a trovare il compagno di viaggio, nel viaggio breve e nel viaggio di una vita (oppure rischi che ti lascino a piedi!!!). Il viaggio è una metafora della vita. Per questo VIAGGIANDO SI IMPARA!

Per caso, dopo aver scritto il post (infatti questa è una modifica “a posteriori”) sono andata a leggere – per gioco – il mio oroscopo… insomma… c’ho ragione, ci ho!!!  Ecco cosa dice:

Un poeta mio amico aveva un piano per scrivere un libro in tempi record. Ha comprato un biglietto di andata e ritorno sul pullman che va da Oakland, in California, a New York. Era convinto che viaggiare per nove giorni percorrendo diecimila chilometri, mangiare panini comprati nei distributori automatici e dormire seduto in mezzo agli estranei l’avrebbe aiutato a scrivere un poema epico. L’esperimento ha funzionato: il suo libro è spiritoso e sconvolgente. Ti consiglio di svolgere un compito simile, Sagittario. Sfrutta la magia di una scadenza precisa per creare qualcosa di bello e durevole.

Avviso ai bagnanti: non lasciare plastica a riva

Cristo si è fermato a Eboli…

…E CI CREDO!

Ma se lo svincolo per Eboli è chiuso, se la Salerno-Reggio è un’autostrada senza un perché, se ci sono più pezzi di asfalto lì che in tutto il resto d’Italia e ciascuno a sé stante, e se ogni giorno fai un tratto diverso dall’altro in un percoso labirintico (anche il navigatore satellitare si arrende, gli viene un attacco di panico, lo vedi affannato sudare disperazione dal cruscotto), serpeggiando tra un birillo e l’altro, a slalom tra una corsia e l’altra, e questo lo fai dopo lunghe attese e pause in coda, che nel frattempo potresti scendere dall’auto, sgranchirti le gambe, andare a salutare il vicino in coda, oppure potresti anche impazzire e fare una strage e uccidere tutti nel raggio di un kilometro (cosa che non risolverebbe la coda che di solito è molto più lunga)…

…beh, ci credo che Cristo si è fermato! E, poverino, come poteva fare?! Era proprio impossibilitato! Al confronto, camminare sulle acque è stato un gioco da ragazzi!

La dignità della vita

La vita è più forte di quanto pensiamo, si attacca, si incrosta alla nostre cellule, ci pervade, ci anima, ci spinge a lottare per amore e per sopravvivenza, ci fa superare ostacoli, pericoli, difficoltà. Ci fa sognare e piangere, ci fa desiderare il meglio per noi e per chi amiamo. La vita … è lei che sceglie noi e non il contrario, è lei che ci governa, noi non la gestiamo, noi possiamo solo rispettarla. La nostra, quella degli altri. Dalla nascita alla morte. E questo rispetto non può svilupparsi a pieno senza che le sia prima riconosciuta una profonda e insondabile dignità.

Permettete alla famiglia di ricordarla quando era ancora bella e forte, permettete che nella memoria non resti l’immagine di un letto di ospedale, degli infermieri, dei camici bianchi, dei tubi, delle medicazioni, delle spugnature, dell’immobilità, della impossibilità di manifestare emozioni e sentimenti, dell’anaffettività.
Date alla famiglia una tomba su cui piangere finalmente quelle lacrime che sono rimaste troppo a lungo intrappolate agli angoli delle palpebre, imprigionate tra le ciglia.
Restituitela alla Sorella Morte che ha preso la sua anima da tempo ed è ora che si ricongiunga con il corpo.
La compassione, la pietas, la dolcezza nel liberare quel che è ormai solo un guscio vuoto e di restituirlo alla sua dignità di persona e di essere umano sono la vera forza di un padre che ha lottato, non per un suo egoismo, ma per compiere un atto d’amore, l’ultimo verso una figlia sfortunata. Ha scelto la via della Legge, rispettandola ma al tempo stesso cercando di migliorarLa, perché Essa sia tutela di diritti civili (per tutti quelli che si troveranno in analoghe situazioni) e non una gabbia.
Tuo padre ha lottato per te, Eluana. Permettiamole di essere fiera di lui che non ha perso la speranza, la speranza di aiutarla nel modo che era più affine a quelli che erano il pensare e credere di sua figlia. Solo questa è la speranza che è ultima a morire.

Ciao Eluana,
grazie Beppino

“…Lasciali dire che al mondo quelli come te perderanno sempre, perché hai già vinto, lo giuro, non ti possono fare più niente… La vita è così forte che attraversa i muri per farsi vedere, la vita è così vera che sembra impossibile doverla lasciare, la vita è così grande che, quando sarai sul punto di morire, pianterai un ulivo convinto ancora di vederlo fiorire” –Sogna ragazzo sogna, R. Vecchioni

il tempo passato

Questa mattina ci si interrogava sul senso del passato.

Quello che si colloca prima di noi nel tempo lo pone forse in condizione di “cosa superata”?

Ma l’essere AVANTI solo temporalmente non coincide sempre con l’essere avanti e in progresso nella civiltà, nell’apertura alla diversità (come occasione di confronto – scambio – integrazione – sviluppo di nuove idee), nelle scelte, nei comportamenti, nell’etica.

Forse perché il nostro tempo personale ha un biglietto di sola andata e per poche fermate su un treno che però viaggia su un lungo, lungo binario, lungo ma circolare… e generazioni diverse, anche a distanza di secoli, poi si ritrovano stranamente nelle stesse stazioni… magari non si rendono conto che sono proprio quelle stazioni, quelle nelle fotografie o nei disegni dei loro avi, ma solo perché nel frattempo è stato fatto qualche lavoro di manutenzione, di ristrutturazione della facciata.

Impronte digitali

“Spezzeremo le reni ai Rom” urla qualcuno fiero del fazzoletto verde che porta, perché la criminalità sta tutta lì (e al Sud, dai Terùn). “Che i bambini depositino le loro impronte”, perché sono bambini, ovvio, stanno crescendo ed essendo figli di un’altra razza prima o poi commetteranno un reato. Per dormire sonni tranquilli, chi è oggi al potere difende i suoi cittadini così. Perché quelli rubano, sfruttano, sporcano…

Invece gli italiani no, sono puliti.

Gli italiani sono onesti, vero?

Gli italiani di razza superiore fanno approvare leggi che cancellano i reati di cui sono accusati.

Gli italiani migliori non pagano le tasse e rubano allo Stato.

Altri italiani votano questi italiani.

Gli italiani. Che bella razza. Di stupidi.

“Ma IL Cielo è Sempre Più Blu”

questo video è opera di csmicky 😉

La Festa della donna e il Racket delle mimose …

8 marzo, festa della donna. Che giornata… esco per andare a far la spesa e, arrivata al semaforo, vedo un sorridente omino venirmi incontro con un bel ramo di mimosa. Si avvicina e mi dice: “vuoi tu mimosa? 5 euro”. No volere io mimosa, soprattutto no comprare mimosa me da sola. E un tic nervoso comincia ad alzarmi ritmicamente il sopracciglio destro.

Faccio la spesa, torno a casa e poi esco di nuovo per una passeggiata in centro. Ho appuntamento con un’amica alla metro Valle Aurelia, rimango ferma nel piazzale per 1 minuto, giusto il tempo di scrivere un messaggio alla mia amica per informarla del mio arrivo, e quando alzo gli occhi e rimetto in tasca il cellulare mi ritrovo circondata da venditori ambulanti e abusivi di mimose!!! Sono almeno in sette (solo quelli intorno a me, perché la stazione è piena e piene saranno anche le altre stazioni della metro!), nascosti tra i rami di mimosa che vendono … tra un fiore e l’altro traspare il loro sorriso di esseri umani sfruttati e sento un piccolo coro di voci straniere :”comprare mimosa? 5 euro” che ripete questa frase forse nel tentativo di ipnotizzarmi e convincermi all’acquisto.

5 euro. Questa è la festa della donna. Una triste e abusiva vendita di mimose. Ma ciò che più mi rattrista e indigna (oltre al fatto che quei sorridenti venditori abusivi pretendevano pure che mi comprassi la mimosa da sola … ma d’altra parte non mi aspetto il buon gusto da chi conduce un’esistenza non particolarmente felice, vissuta in condizioni di povertà e sfruttamento) è che anche quella giornata è diventata occasione di guadagni illeciti, di inciviltà, di rispetto calpestato, di sfruttamento. Insomma, un giorno come un altro … un giorno di ordinaria illegalità.

Odio i soldi

Odio i soldi. Li odio perché ormai con i soldi si può comprare veramente tutto. Puoi comprarti il diritto a correre in autostrada, puoi violare il codice della strada, puoi inquinare, puoi riempire l’atmosfera di gas serra, puoi costruire un eco-mostro in riva al mare o su uno scoglio … al massimo paghi una multa e via… hai i soldi e fai come ti pare.

Odio i prezzi perché oggi tutto ha un prezzo.  E l’unico valore che conta è il denaro e tutto ruota intorno alla capacità che uno ha di spendere. Se non puoi spendere, non puoi vivere. Devi spendere per forza o sei destinato ad una bassissima qualità di vita.

Odio questo mondo perché stando così le cose oggi qui non sarei niente, non sono niente e non valgo niente … in effetti non ho che pochi EURI in saccoccia ……


Maggio: 2024
L M M G V S D
 12345
6789101112
13141516171819
20212223242526
2728293031  

Più cliccati

  • Nessuno.

Visit LucaniaLab

Blog Stats

  • 39.781 hits